"L'amore per Shakespeare e le due edizioni"

[Prima rappresentazione al Teatro La Pergola – Firenze – 14 marzo 1847]

Il nostro progetto si apre con questa meravigliosa opera e, intanto, colgo l'occasione per anticiparvi che andrò presto ad assistere all'allestimento del Carlo Felice!

Cominciamo con il drammatis personae che è fondamentale e che, solitamente, "dice" già molto dell’opera: 
Immagine
Lady Macbeth [non a caso è la prima a comparire nell’elenco] – soprano
Macbeth, generale e suo marito – baritono
Banco, generale – basso
Macduff, nobil uomo scozzese – tenore
Duncan(o), Re di Scozia – mimo
Dama di Lady Macbeth – soprano o mezzo
Malcolm, figlio di Duncano – tenore
Fleanzio, figlio di Banco – mimo
Medico – basso
Streghe
Spiriti, Nobili, Guerrieri, Sicari


Melodramma in quattro atti, costruito con una stupenda e mirabile tensione drammatica, musica di Verdi (ovviamente) e libretto di Piave dal famoso Macbeth di Shakespeare
Scozia dell’anno 1040 (o successivi), il sipario si apre su un quadro di inquietudine.. anzi, ancor prima, la Sinfonia preannuncia tragedia. Sensazione mistica e macabra ci guida, sin dall'inizio  nella trama dell’opera verdiana.

Una curiosità prima del plot: dopo la prima a Parigi (in un edizione un po’ rivista nel 1865) il compositore viene accusato di non conoscere il poeta inglese e reagisce così: “Non avrò forse interpretato bene Macbeth, ma che non conosca, non capisca, non senta Shakespeare, no, santo cielo, no! Egli è uno dei miei poeti amatissimi, mi ha avvinto sin dalla prima giovinezza, lo leggevo e lo rileggevo continuamente!”. 

(Atto I) La scena si apre con un terzetto di Streghe, sopraggiunge Macbeth a cui viene profetizzato il futuro, quest’ultino duetterà con Banco a proposito della profezia. Nel suo castello Lady Macbeth legge la lettera a inviatale dal marito ove le viene descritto l’incontro con le streghe, indi recitativo ed aria, di una bellezza e di un valore drammatico possenti: “ Vieni, t’affretta…” [e puntualmente inizio a canticchiarla.. ahah!] e “Or tutti, sorgete, ministri infernali”. 
Senza riferimenti espliciti all’omicidio si apprende che Macbeth provvederà in tal senso, egli infatti, uccidendo Duncan(o), gli succederà al trono.
Marcia per l’arrivo del Re e corteo. Soliloquio di Macbeth e duetto “Fatal mia donna! Un murmure, com’io, non t’intendesti?” [“di un gufo udii lo stridere. Testè che mai dicesti?” e canticchio anche questa.. è inevitabile!]. Lady Macbeth, per far ricadere la colpa sulle guardie, ricolloca il pugnale nella stanza del Re. Banco e Macduff giungono e, mentre Banco ripensa agli orribili eventi precedenti, Macduff va a chiamare il Re così il delitto viene scoperto. Tutti in scena per il finale [veramente splendido!]. 
(Atto II) Orchestra riprende i temi del primo atto. Macbeth in scena viene raggiunto da sua moglie. Decidono che Banco dovrà morire. Lady Macbeth è ambiziosa e determinata ciò viene testimoniato dalla imponente aria “La luce langue”). Scena di un bosco dove dei sicari, assoldati da Macbeth, attendono Banco, aria di quest’ultimo, concitato recitativo [da fare praticamente recitando, come senza musica] successivamente i sicari si avventano su di lui, ma nella foga suo figlio, Fleanzio, riesce a fuggire. 
Altro luogo, un banchetto, Lady Macbeth si rivolge con un brindisi sgraziato e temerario alla corte, Macbeth lamenta l’assenza di Banco e per poco, dopo essersi seduto al posto di quest’ultimo e aver visto il suo fantasma, non si tradisce negando qualsiasi possibile colpa. (Atto III) Ecco "ritornare" le streghe, le vediamo intorno ad un calderone, la suggestiva musica avvolge la scena macabra, dove Macbeth cade a terra, in affanno, con le streghe che gli danzano intorno.  
Arriva Lady Macbeth e chiede al marito cosa abbia appreso dalle donne. Le viene riferita, dunque, la predizione che la stirpe di Banco avrà il trono di Scozia. Lei nega e coinvolge [e convince] a tal punto il marito da infondergli di nuovo coraggio. (Atto IV) Si apprende che le sorti del popolo scozzese sono davvero critiche. Scena del sonnambulismo della Lady (su tipico stile di “scena della pazzia”), stupenda e mirabile, davvero difficoltosa espressivamente e tecnicamente. 
Macbeth è furioso perché l’esercito inglese e quello scozzese, con l’aiuto di Malcolm, stanno marciando contro di lui. Solito equivoco, Macbeth "non potrà morire per mano di chiunque sia nato da una donna", ovviamente il nostro protagonista ignora che, proprio Macduff, sia stato strappato dal seno materno sin dalla nascita. Macbeth maledice tutte le azioni che l’anno portato a questo stato di paura, desolazione e solitudine e guida temerario le truppe alla guerra, dopo aver appreso della morte della moglie. 
Sconfitta del tiranno con coro generale a chiudere la scena.
[durata media dell’opera 2 ore e 45 min]
A dispetto di tutte le critiche del tempo - riguardanti soprattutto l'aderenza al dramma shakespeariano -  Macbeth, rimane un capolavoro verdiano, che può riassumere il talento del compositore. Egli, infatti, vi fonde al meglio - almeno se pensiamo al primo periodo della sua attività compositiva - “il teatro, il patriottismo ed il personaggio” che tanto gli erano cari, ovvero, in altre parole, l’aspetto musicale con quello drammaturgico, quello - prettamente romantico - di sentimento nazionale e quello che riguarda la sfera psicologica/teatrale
La trama verdiana, in realtà, rispetta abbastanza l’idea shakespearina. Ricordiamoci, in proposito che,  prima di tutto aleggiano nell'aria patriottismo ed idee di matrice romantica e, in secondo luogo, l’opera richiede una stilizzazione maggiore dei personaggi ed una grande chiarezza nel succedersi degli avvenimenti, basti pensare alla evidente differenza che si ricontra tra la Semiramide rossiniana e la Lucia di Lammermoor di Donizzetti o il Nabucco verdiano [non a caso ho paragonato tra loro soggetti storici]. 
Come in tutte le sue opere, Verdi, cerca il più possibile di caratterizzare drammaturgicamente i personaggi. Il Macbeth, rispetto al suo periodo di composizione, è un’opera completa e in cui i personaggi sono efficacemente definiti.
 
Macbeth qui è “semplicemente” (?) un uomo dominato, che si presta alle volontà e alle ambizioni della moglie, lei, invece, è temeraria, piena di aspirazioni di potere, ambiziosa, risoluta, ma al contempo fragile [beh, in effetti l’omicidio non è proprio una cosetta da poco!]. Vi devo confessare che nello scrivere "marito" o "moglie" ho qualche riluttanza, perchè se penso a Macbeth e Lady Macbeth non vedo due persone sposate, ma a due figure indipendenti e distinte dove uno è succube dell’altra.
Durante il corso dell’opera, si intravede il punto di vista del compositore: il generale, probabilmente, è un uomo migliore rispetto alle azioni che compie. Dal susseguirsi dei fatti si evince, inoltre, che Macbeth è terrorizzato dal delitto che ha compiuto, è terrorizzato dalla moglie ed è terrorizzato dalle streghe, in pratica è un pauroso, uno smidollato. Sembra sballottolato, come in mezzo a una tempesta, pare si faccia portare dagli eventi, in particolare dal suo “destino”, che non sia autore delle proprie azioni e della propria vita. Da l’idea di essere vissuto più che di vivere. La figura della Lady, per contro, nel mio immaginario, è un'eroina, macabra, che sacrificherebbe qualunque cosa per il potere, vedo in lei anche un qualcosa di potente e misterioso, mi sembra una sorta di maga… queste, però, sono opinioni e suggestioni personali che derivano dall'ascolto e dall'immaginazione, accettabili come no e, sicuramente, discutibili! 
Tra le tante curiosità, sappiate che si racconta che alla prima Lady  ci vollero circa 150 prove perché Verdi fosse soddisfatto della resa del duetto iniziale con Macbeth e che, una cosa simile, successe anche per la scena del sonnambulismo: alla poverina ci vollero circa tre mesi per essere sicura sulla parte registica. L’aria del II atto (La luce langue), inoltre, è molto simile, per costruzione, a quella del Don Carlo (O don fatale) scritto dopo circa un anno dalla revisione in cui viene aggiunta quest’aria.

Tra la versione del 1847 (Firenze) e quella del 1865 (Parigi) vi sono alcune differenze sostanziali che, per completezza, inserisco:
Atto II: La Lady esultava da sola il trionfo. 
Atto III: Macbeth rinviene da solo e decide di intervenire contro a Macduff e la sua casa.
Atto IV: Macduff raggiunge Macbeth e a lui rivela le sue origini, così dopo essere stato colpito Macbeth cade a terra morente, maledicendo la sua ambizione. Malcolm sarà il nuovo re di Scozia.
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Partitura e spartito canto e pianoforte: http://imslp.org/wiki/Macbeth_(Verdi,_Giuseppe) 
Edita in Italia da RICORDI 

Il libretto lo trovate in ed. Ricordi e tra le più economiche e ben strutturate vi consiglio quella della Newton & Compton, oppure qui

Per i consigli d’ascolto, con mio piacere, ho "rispolverato" due belle edizioni che vi consiglio: quella di Callas e Mascherini alla Scala del 1952 (EMI) con De Sabata alla direzione e quella di Verret e Nucci al Comunale di Bologna del 1987 (Decca) sotto la bacchetta di Chailly.
Ne troverete molte scaricabili da qui o una anche qui.

Infine, un link per chi volesse leggere il testo originale di Shakespeare in versione italiana.

Dopo questo tour in tale mirabile opera della letteratura e della musica, vi do appuntamento alla prossima settimana, ricordandovi che il 19 Gennaio (2013) ci sarà la prima al Carlo Felice con repliche fino al 27 (gennaio)! 

Oltre alle “conoscenze” (non tiriamocela troppo!) ed alle opinioni personali ecco i riferimenti bibliografici essenziali:
Dizionario dell’Opera – Kobbè (e vari) – Ed. Mondadori
Macbeth – spartito canto e piano – Ed. RICORDI
Giuseppe Verdi – Tutti i libretti d’opera – Ed. Newton & Compton

discografia:
Macbeth – Ed. Decca – Nucci, Ramey, Verrett, Chailly - 1952
Macbeth – Ed. EMI – Mascherini, Tajo, Callas, de Sabata - 1987




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