Cominciamo!
Se la scenografia non convince fino in fondo, la regia, per certi versi, lo fa ancora meno. Devo dire che su questo punto noi autrici abbiamo opinioni contrastanti: tutte e due crediamo, infatti, che i tempi e gli intervalli siano stati troppi, ma se da un lato una pensa che questi abbiano fatto apprezzare, gustare e riflettere meglio sull’opera, l’altra crede che siano stati troppi, inutili e che abbiano interrotto e svilito la scena, la continuità musicale e del discorso. Si sarebbe preferito un piccolo intervallo ogni atto piuttosto che questo aprir e chiudere il sipario continuo e fuori luogo.
Si sa che la messa in scena del Macbeth non è cosa facile. Pensando alle precedenti possiamo affermare che se quella di Poutney per Zurigo (2001) fu praticamente perfetta e quella di Vick per La Scala terribilmente contestata, questa si lochi in mezzo alle due e tendendo a quella inglese.
La regia dal punto di vista scenico è apprezzabile, i cantanti si muovono abbastanza naturalmente per il palco, talvolta vediamo mani volanti e braccia scoordinate durante l’esecuzione di passi particolarmente complessi, ma non ne facciamo un cruccio. Abbiamo apprezzato le molte entrate dal “fondo” del palco - segno anche di una buona disponibilità di cantanti e direttore – che rendono la scena molto più viva e arricchiscono, anche se non si direbbe, il suono.
La scelta di inserire le streghe sempre in palcoscenico (i mimi sono stati davvero bravi e le coreografie perfette) fa discutere, anche se nel contesto ci pare un buon compromesso, ed anzi, le troviamo stupefacenti quando si trovano intorno a Banco nel momento in cui quest’ultimo appare a Macbeth nella scena del banchetto - resa davvero egregiamente! [ malgrado qualche dubbio per la mezza tavola mezza apparecchiata!]
I costumi di scena, riproposti anche qui dalla Cecchi sono proprio stupendi!
Tra i colpi di scena c’è anche la lettura della lettera creata con l’utilizzo di una registrazione che fa intersecare le voci della Lady e di Macbeth come una ad eco dell’altr(o)a, trovata che ci piace, anche perché spiazza un poco.
Vi parlavamo (mettere link) di “sorprese” e “conferme” ed ecco dunque, nella prima categoria Battistoni, Guleghina e Pelizzari, nella seconda Scandiuzzi.
Lady Macbeth, Maria Guleghina, dà prova di bravura nel canto legatissimo e ben fraseggiato e nell’adeguata presenza scenica: bravissima cantante. La sorpresa sta nella voce, squillante, timbratissima, proiettata e piena di sfumature e nel fatto che scopriamo che la donna davanti che par avere 30/35 anni ne ha, in realtà, una ventina di più! Freschezza vocale invidiabile. Pecca un poco nelle agilità, un po’ un minestrone in certi punti, ma non ci facciamo neppure caso perché tutto funziona a meraviglia. Acuti limpidi e sonori, pronuncia adeguata e interpretazione davvero apprezzabile.
Banco “la fetta di onestà” dell’opera (come dice, per l’appunto, l’interprete) è Roberto Scandiuzzi, che conferma ancora una volta di essere un basso di prima categoria, eccellente nel canto - dal legato e fraseggio stupendi - come nella recitazione. Il personaggio viene da lui ben delineato e, a dispetto di chi preferisce assegnare a cantanti poco dotati - e non, “poco famosi” - le parti “che cantano meno”, ecco che qui trova la conferma che, se il ruolo è assegnato a un cantante-attore capace, tutta la produzione rende meglio. Questo è anche il caso della sorpresa più esaltante, a parer nostro, della serata: Rubens Pelizzari, un Macduff di tutto rispetto!. Voce fascinosa dal timbro bellissimo, puntata, con facilità negli acuti, è davvero ammirevole, ha bella presenza scenica e ottima pronuncia.
Il Malcom di Vincenzo Costanzo non ci intriga particolarmente, ma funziona sia scenicamente che vocalmente, anche se alla sua voce manca un po’ di corpo e proiezione lo vediamo più a fare rossini piuttosto che verdi – controllare video su internet.
Sara Cappellini Maggiore e Francesco Verna portano bene a termine il loro compito.
Le comparse del Coro di Voci Bianche, guidate dal M° Tanasini, funzionano - noi eravamo in quinta fila e le sentivamo abbastanza, non ho idea di come potesse essere più lontano.
Valerio Petouchoff ci intenerisce e rende bene, senza timidezza, il figlio di Banco – bravo!
Per quanto riguarda invece l'orchestra, abbiamo trovato di sicuro un'altra "conferma" : a nostro parere infatti l'orchestra del Carlo Felice è composta da eccellenti strumentisti e grandi musicisti, specialmente, secondo noi, la sezione dei fiati. In ogni caso tutte le voci soliste sono state impeccabili e nell'insieme l'orchestra è stata molto affiatata con i cantanti.
Ad incantarci con la sua affascinante presenza scenica e con i suoi movimenti così sicuri e coinvolgenti, pur essendo così giovane, c'è stato Andrea Battistoni, classe 1987 (?), che ha saputo non solo dirigere magnificamente l'orchestra in tutte le varie tinte dell'opera, ma ha anche saputo tenere e seguire perfettamente i cantanti (riprendendo talvolta alcuni piccoli errori dei cantanti sulla scena). è stato dunque un perfetto "ago della bilancia" punto di incontro tra orchestra e voci. Insomma, il giovine maestro non solo è stata una "sorpresa" assai gradita, ma anche una vera e propria rivelazione! Speriamo davvero che possa tornare presto a deliziarci ancora con la sua visione della musica, che ci ha proprio soddisfatte.
In fin dei conti un bell’allestimento ripetuto a Genova con successo, malgrado la freddezza del pubblico genovese che non degna neppure Banco e Macbeth del meritato applauso nel duetto iniziale.
Finalmente - e questo è un parere che viene urlato a gran voce da tutti coloro che hanno assistito alle recite - il Carlo Felice ha offerto una produzione senza intoppi ed ansie – del tipo “ ce la farà?” “ che note canta?” o “ma il tenore c’è??” – anzi di ottima qualità.
Ginevra & Giorgia
Cast
Direttore d'Orchestra
Andrea Battistoni
Regia e Luci
Henning Brockhaus
Assistente alla regia
Valentina Escobar
Scene
Josef Svoboda
Ricostruzione allestimento scenico
Benito Leonori
Costumi
Nanà Cecchi
Coreografia
Maria Cristina Madau
Allestimento in coproduzione con
Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste e Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi
Orchestra e Coro Teatro Carlo Felice
Maestro del Coro
Patrizia Priarone
Maestro del Coro di voci bianche
Gino Tanasini
PERSONAGGI INTERPRETI
Macbeth
George Gagnidze
Banco
Roberto Scandiuzzi
Lady Macbeth
Maria Guleghina
Dama di Lady Macbeth
Sara Cappellini Maggiore
Macduff
Rubens Pelizzari
Malcom
Vincenzo Costanzo
Medico
Francesco Verna
Domestico di Macbeth
Francesco Sorichetti
Sicario
Alessandro Pastorino
Araldo
Alessio Bianchini
Prima Apparizione
Filippo Balestra
Seconda Apparizione
Elena Caruso/Elisa Priano (dal Coro di Voci bianche del Teatro Carlo Felice)
Terza Apparizione
Filippo Bogdanovic/Umberto Musso (dal Coro di Voci bianche del Teatro Carlo Felice)
Fleanzio
Valerio Petouchoff
Mimi Streghe: Luisa Baldinetti/Emanuela Bonora/Lucia Fusina/Maria Francesca Guerra/Barbara Innocenti/Claudia Ossola/Davide Riminucci - Scozzesi: Luca Alberti/Filippo Bandiera/Matteo Bologna/Dario Greco/Andrea Valfrè